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Sua Maestà, un Serious Game per aiutare le persone con sclerosi multipla

  • Scritto sabato 3 dicembre 2022
  • Tempo stimato di lettura 3 minuti
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Giorgia Pandolfo, Business Analyst in Avanade presso la sede di Roma, ha ideato un progetto di Serious Game, “Sua Maestà”, con l’obiettivo di aiutare le persone che ricevono una diagnosi di sclerosi multipla. Il progetto è stato   presentato  in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (IDPD) durante un evento Avanade a livello Europeo.

Com’è nata l’idea del progetto e cosa significa il nome Sua Maestà?

Si tratta di un gioco di parole, tanto che il nome è rimasto lo stesso anche in inglese. Sua Maestà, infatti, propone le stesse iniziali di sclerosi multipla. Il ragionamento alla base è questo: quando a una persona viene diagnosticata una malattia neurodegenerativa, di cui non si conosce né la cura né il decorso, allora questa diventa una specie di “Regina” a cui tutto deve essere sottoposto. Ogni scelta deve prendere in considerazione la malattia: dal condividere la diagnosi con il partner, con il timore di essere abbandonati; al decidere se avere dei figli, senza sapere se si avrà la forza di crescerli. Si tratta di una presenza molto ingombrante e chi si trova in questa situazione – nel mondo ogni 5 minuti viene diagnosticato un nuovo caso – si sente prigioniero in un labirinto senza uscita. Anche i caregiver, che hanno a cuore la vita della persona malata, sono coinvolti. Infatti, il gioco non si rivolge esclusivamente a chi affronta una malattia neurodegenerativa, ma anche a chi vive al loro fianco.

 

Parli di “labirinto senza uscita”, una metafora dal forte impatto evocativo, che significato ha nel tuo Serious Game?

L’immagine del labirinto senza uscita ha una certa correlazione con l’esperienza della sclerosi multipla. A un primo impatto, appare spiacevole ed estremamente sconfortante ma, attraverso la condivisione, può trasformarsi in qualcosa di positivo e assumere le sembianze del viaggio. Nonostante quello di Cnosso - con Arianna e il Minotauro - sia una delle forme di labirinto che salta prima alla mente, questo non è l’unico modello possibile. Basti pensare ai labirinti fatti di siepi, dove è piacevole passeggiare e perdersi, o al labirinto di PAC MAN, o ancora al labirinto degli specchi tipico dei luna park, dove la gente si diverte  nel sentirsi smarrita. 
Nel caso di Sua Maestà, non ci sono dadi da lanciare o stelle da collezionare, ma il tutto si sviluppa in tre tipi di minigiochi/attività:

- L’informazione – Primo fondamentale passo è ricevere informazioni scientifiche e certificate sulla malattia,  conoscere i propri diritti che, per fortuna, nel nostro Paese non sono pochi. 
- L’attivazione – Raccontare la propria storia è liberatorio, può essere fatto attraverso la scrittura, il disegno o la fotografia.
- Il coinvolgimento – Comunicare agli altri che si è disponibili a scambiare due parole e orientare chi è all’inizio di questo viaggio, attraverso la metafora dell’abitare, del prendere residenza nel gioco.

Si sa, ogni buon gioco deve prevedere un’espansione, ci hai già pensato?

Partendo dal presupposto che la sclerosi multipla non è, purtroppo, l’unica malattia complessa e imprevedibile che oggi conosciamo, un’evoluzione di questo gioco può rivolgersi non solo ai malati di sclerosi multipla, ma a chiunque si trovi davanti a una malattia incurabile.
Insomma “Sua Maestà” ha una nutrita schiera di parenti, una sorta di “Royal Family” i cui impatti possono essere mitigati  attraverso l’informazione, l’attivazione e la condivisione.

Che percorso sta seguendo il tuo progetto? Cosa succederà dopo la presentazione all’evento Avanade?

Quella in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata la mia prima presentazione internazionale in Avanade, ero emozionata e anche onorata di essere coinvolta in un evento così importante. Alla base di questa esperienza, sono state d’aiuto le riunioni settimanali con il gruppo di volontariato europeo in azienda, “Diversity & Inclusion”, di cui faccio parte. Il mio progetto è un contributo al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di portare il 30% dei colleghi, entro il 2025, a sperimentare l’edificante esperienza di fare del bene per gli altri fuori o dentro l’azienda. Infatti, oltre a porsi come strumento di conoscenza, orientamento e condivisione della malattia, Sua Maestà vuole coinvolgere i professionisti del settore informatico nella realizzazione tecnica del gioco e del suo miglioramento nel tempo. 

Si tratta quindi di un progetto collaborativo, come verrà realizzato concretamente?

Sì, la collaborazione è l’ossatura portante di questo progetto. La motivazione dei colleghi che vorranno lavorare alla costruzione ed espansione dell’idea è di cruciale importanza. Ma è fondamentale anche il contributo di Avanade che, oltre a darci la possibilità di fare leva sulle tecnologie emergenti come, ad esempio, il Metaverso, mette a disposizione illimitate ore di volontariato retribuito, sia per progetti proposti dall’azienda, sia per iniziative indipendenti da essa ma per noi essenziali. In Avanade possiamo sbizzarrirci nel fare ciò che per noi conta davvero: DO WHAT MATTERS, che non a caso è il motto della nostra organizzazione. 

 

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